6 Luglio 2021

UNIMONT ha partecipato a “La pecora Ciuta in Valtellina: una scommessa da vincere”

É piccola, leggera, agile e poco esigente, estremamente adattata a vivere in montagna, trasformando foraggi poveri in carne e lana: è la Ciuta, la razza di pecore più piccola delle Alpi protagonista del convegno “La pecora Ciuta in Valtellina: una scommessa da vincere”, che si è tenuto il 3 luglio 2021 a Santa Caterina Valfurva.


Insieme ad altre razze autoctone a consistenza limitata, come la Brogna, la Lamont, la Alpagota o la Sambucana, la pecora Ciuta rappresenta una risorsa del nostro patrimonio zootecnico alpino. Con l’obiettivo di sostenere il valore economico, paesaggistico e sociale delle razze ovine in via di estinzione, supportando anche la sostenibilità dei territori alpini l’Associazione Ecoturismo Valtellina e Valchiavenna ha organizzato un convegno dal titolo “La pecora Ciuta in Valtellina: una scommessa da vincere”. L’incontro ha avuto il grande merito di riunire allevatori, veterinari, ricercatori, rappresentanti dell’industria tessile e tanti piccoli artigiani magliai e tessitori pieni di entusiasmo e di voglia di recuperare e valorizzare il variegato e prezioso patrimonio genetico delle nostre razze ovine.

Il polo UNIMONT – Università degli Studi di Milano, rappresentata dalla prof.ssa Silvana Mattiello, ha partecipato all’incontro evidenziando i pregi di queste razze in termini di adattamento al difficile ambiente montano: grazie a questo adattamento evolutivo, infatti, le razze locali possono vivere e produrre in una situazione di equilibrio con l’ambiente, mentre nelle stesse situazioni il benessere di razze più specializzate potrebbe essere maggiormente a rischio.

Il convegno si è incentrato sulla filiera della lana, mettendo in luce le difficoltà dei piccoli produttori di trovare centri di lavaggio e lavorazione disposti a trattare limitate quantità di prodotto e ha cercato di favorire la creazione di una rete di produttori che possano collaborare per individuare sbocchi in questo senso.

I lavori si sono susseguiti a ritmo serrato, ma sono stati seguiti fino alla fine con grande interesse, grazie all’entusiasmo dei relatori. Il mercatino degli artigiani che si è tenuto domenica mattina ha rappresentato il giusto epilogo di questo evento, mettendo in mostra i manufatti derivati dalla lavorazione della lana: maglioni, guanti, cappellini, gilet e tanto altro, prodotti valorizzando le naturali colorazioni del vello o con l’aggiunta di tinture naturali.


Iscriviti alla newsletter